RASSEGNA STAMPA
La Repubblica - Dal G8 alle vittime delle Br la Genova che chiede giustizia
Genova, 26 aprile 2008
L´incontro con Agnoletto e poi con l´Associazione di chi fu colpito dal
terrorismo
Dal G8 alle vittime delle Br la Genova che chiede giustizia
Per lui la musica del "Cannone" di Paganini e una filigrana col simbolo
Ansaldo
Lì, nel salone del maggior Consiglio del Ducale, la sua visita si era
aperta nel segno di Niccolò Paganini: col maestro Trabucco che suona il
celebre violino "Cannone" ed esegue i capricci 9, 13 e 24 del musicista
genovese. All´uscita, invece, Giorgio Napolitano incontra la "sete di
giustizia" della città che lo raggiunge sotto molte forme diverse: le
giornate nere della repressione al G8, il dolore delle vittime del
terrorismo, la precarietà del lavoro, l´Italia vista da una disabile. Il
presidente sta lasciando il salone, a cerimonia conclusa, quando Vittorio
Agnoletto, nel 2001 capo del movimento no global e ora europarlamentare,
lo ferma per consegnargli un documento: il testo delle requisitorie dei pm
sulle torture nella caserma di Bolzaneto, con sulla copertina lo stemma
della Repubblica. «Perché al di là delle responsabilità dei singoli, che
esaminerà la magistratura, sia chiaro che lì c´erano persone in divisa; e
gli ho chiesto che lui, come presidente, si faccia portavoce del valore
della Costituzione» spiega Agnoletto. E la risposta? L´europarlamentare
riporta come il presidente abbia precisato che non può entrare nel merito
di questioni giuridiche, ma di avere «ben presente» la questione. Poi
Napolitano se ne va, seguito dagli uomini del suo cerimoniale che si
portano dietro la riproduzione, in filigrana di Campoligure, del simbolo
che celebra gli 80 anni del Dopolavoro dell´Ansaldo.
Pochi metri, e nella sala del Camino il capo dello stato trova ad
attenderlo, insieme al prefetto Cancellieri, una delegazione
dell´associazione Vittime del terrorismo: il presidente della sezione
ligure Roberto Della Rocca, Carlo Castellano e Vittorio Flick. Tutti
feriti in attentati dalla colonna genovese delle Brigate Rosse, tra il
1977 e il 1980. «Come sempre è stato molto aperto, molto serio e si è
fatto carico di alcune richieste che il presidente gli ha fatto» spiega
Castellano. Sullo sfondo le polemiche, anche di questi giorni sul caso
Miglietta. «Per la parola data troppo spesso ai terroristi», accusano le
vittime, mentre ci sarebbe bisogno di maggiori testimonianze di chi ha
sofferto ed è stato, se non dimenticato, messo da parte. E Della Rocca,
consegnando a Napolitano il lungo elenco delle persone che in Liguria
dovettero subire la violenza del terrorismo (12 caduti, 19 feriti, 7
aggrediti dal 1971 ad oggi), gli ha anche presentato una relazione sulla
situazione attuale che vede non ancora attuata la legge 206 sulle vittime
del terrorismo, approvata nel 2004. «Abbiamo chiesto questo incontro -
dice Della Rocca - perché il ricordo e la memoria debbono essere
rielaborati per sconfessare le cosiddette verità divulgate da chi si
considera unico depositario» e per informare il Presidente della
Repubblica del fatto che «molti di noi sono morti senza poter vedere in
vigore la legge che ci riguarda», in particolare sul tema pensioni e
previdenze.
E se un gruppo di lavoratori precari di Amiu Bonfiche ha fatto avere al
presidente una lettera in cui esprimono la tristezza e lo sconcerto per le
difficoltà in cui si trova la pratica di stabilizzazione del loro impiego,
uscendo dal Ducale su piazza De Ferrari, dove i genovesi lo aspettavano
per un nuovo, caloroso saluto, Napolitano si è fermato ad ascoltare quello
che una donna da nove anni in carrozzella, Patrizia Cappa, aveva da
dirgli. «Gli ho chiesto di occuparsi di più dei problemi delle persone
disabili, ma gli ho anche ricordato la necessità che l´Italia trovi una
maniera di confrontarsi meglio, che ci sia più serenità, meno scontri». E
Napolitano, stringendole la mano, ha confermato: «Abbiamo bisogno di un
clima costruttivo e più civile».
(d. al.)